Barbara ha scelto di dedicare qualche giorno di ferie alle Vacanze dell’Amicizia

E ci racconta come è andata

Barbara, cosa ti ha spinto a partecipare alle Vacanze dell’Amicizia?

Ho sempre fatto volontariato, è una parte importante di me. Ho iniziato da ragazza e sono riuscita a farlo anche quando poi da adulta ho iniziato a lavorare e ho avuto dei figli. Non vedo l’ora che i miei ragazzi crescano ancora un poco e che l’emergenza Covid termini per poter realizzare un mio sogno: 6 mesi di volontariato in India.

Ma questa estate sei venuta in vacanza con noi…

Si, vi ho conosciuto questa primavera quando ho iniziato a cercare delle associazioni vicino a casa ma a causa Covid non prendevate nuovi volontari. Sono però rimasta in contatto con voi tramite le newsletter e così ho letto della vostra proposta di partecipare come volontari alle Vacanze dell’Amicizia e mi sono proposta. A giugno per iniziare a conoscere l’associazione e gli ospiti ho iniziato a frequentare il Centro Maschile Clemente Papi e ad agosto sono salita in montagna per la seconda settimana di vacanza.

Quali momenti ti sono rimasti maggiormente impressi?

Sicuramente ricordo come momento molto forte emotivamente, anche perché è stata una mia proposta, il “diario di fine vacanza”. Abbiamo chiesto agli ospiti di scrivere per ogni volontario l’aspetto che maggiormente li aveva colpiti e ai volontari di fare lo stesso per gli ospiti…è stata una occasione per ringraziarci, ridere dell’ aspetto spigoloso dei caratteri di ognuno e ricordare i momenti più belli.

Poi mi ha colpito come due ospiti abbiano gestito un loro litigio riuscendo alla fine a chiedersi scusa..è bello vedere che non c’è età per chiedere scusa e ricordarci che non c’è nulla di male a farlo.

Poi ci sono state le passeggiate nella natura, le foto, il preparare insieme la cena.. Abbiamo anche cantato canzoni napoletane in centro paese nella speranza di non offendere nessun bergamasco 😊

Barbara, hai già avuto esperienze di volontariato e quindi conosciuto altre associazioni; qual è secondo te la caratteristica propria di Cena?

Direi l’amicizia perché oltre ad averla nel vostro nome la vivete veramente e la fate vivere anche ai nuovi volontari. Sia quando ho frequentato il Centro Clemente Papi sia in vacanza la sensazione era di essere in famiglia; insieme si prepara la cena, si decide che passeggiata fare l’indomani o si vivono momenti piacevoli, ad esempio un pomeriggio sono andata a ritirare con alcuni di loro dei ravioli e così abbiamo approfittato per fermarci un attimo al bar a prendere un caffè e qualche dolcetto.

Ho fatto volontariato in associazioni che si occupano di prime necessità e con gli utenti si scambiano due parole ma l’obiettivo era soprattutto quello di fornire un servizio pratico invece in Cena i progetti sono a 360 gradi sulla persona e richiedono dei tempi più lunghi e così c’è modo di conoscersi, di creare un vero rapporto di amicizia.

Penso che anche gli ospiti sentano questo clima. Voi li chiamate ospiti ma non penso che loro si sentano tali nel senso che comunque creano un senso di appartenenza e così il centro diventa veramente anche casa loro e quando sono arrivata come nuova volontaria mi hanno accolta e accettata subito come fossi una nuova amica che li va a trovare.

Cena offre loro la possibilità di una “seconda vita” ma facendoli sentire “normali” qualsiasi cosa sia successo. Che abbiano fatto una cavolata o che la vita non gli abbia sorriso si dà a tutti una nuova possibilità e nessuno si sente fuori posto.

E i tuoi figli come vivono questa tua dedizione agli altri?

Durante le vacanze li ho fatti partecipare con video chiamate e hanno avuto la possibilità di scambiare qualche battuta soprattutto con Keita

Sono ragazzi per cui fanno la solita battuta  “perché non cucini a casa invece che da loro?”  ma so che sono consapevoli che per me è importante fare del volontariato e a modo loro cercano di partecipare.

Barbara, un’ultima domanda: qualche suggerimento per le prossime Vacanze dell’Amicizia?

Mi piacerebbe poter rivedere il gruppo di quest’anno magari con una cena per gli auguri di Natale così da rivedere insieme le fotografie scattate da ognuno. Per il prossimo anno sarebbe bello che l’associazione preparasse già una piccola guida al territorio cioè guardasse su internet che passeggiate ci sono da fare o i giorni di mercato così da coinvolgere anche i più pigri.

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