Per me è stato un padre

Massimo ha chiamato Pietro, ex ospite, per ricordare insieme Ermanno; ecco cosa si sono detti.

Appena sollevo il ricevitore, fatti i convenevoli, Pietro mi chiede subito “ma tu l’hai conosciuto Ermanno?”, come per dire “non è cosa da tutti, bisogna meritare questa fortuna”. 

Pietro è stato, molti anni fa, un Ospite del Centro di accoglienza residenziale di Cena dell’Amicizia, ha fatto un percorso importante nella struttura e dopo è passato in un appartamento di Terza accoglienza e oggi è in pensione e vive a Cinisello in una casa in affitto, fa il papà e pure il nonno.. 

Qui le domande le faccio io!” gli replico scherzando. 

Quando gli chiedo qual è la prima cosa che gli viene in mente di Ermanno, i suoi ricordi corrono subito alle regole della comunità. “Ermanno prima di tutto era uno… che non bisognava sgarrare”,  Pietro ridacchia-. Se arrivavi a tavola in ritardo non mangiavi”. Ora ci si può ridere su. “In questo era abbastanza rigido, come è giusto che fosse in quel contesto”. Ma poi Pietro apparecchia altri ricordi. “Io sono stato a tavola insieme a lui più di una volta. Mi prendeva un po’ in giro perché mangiavo troppo, ma lo diceva per me. Insomma -conclude- lui non aveva le gambe, però aveva la testa”. 

Pietro ricorda bene quando Ermanno ci ha lasciato, vent’anni fa: “Mi ricordo che quando è morto al funerale me la sono sentita di andare a parlare in chiesa. E la cosa più importante che volevo dire è che è stato per me è stato come un padre, come un genitore”. Poi riflette sul percorso che ha fatto nella Cena: “Stare in comunità ti insegna molte cose. All’inizio ero un po’ in difficoltà nell’ambiente di Cena, ma quando hai una guida come Ermanno è difficile sbagliare strada. Lui mi ha insegnato ad avere rispetto di me stesso, a comunicare e i risultati si sono visti, mi sono tirato fuori, cosa che non è da tutti”. 

Chiedo a Pietro un altro aneddoto su Ermanno. Ci pensa un po’ su, fa un’altra risata e dice: “Ermanno, come dicevo, era uno che mi metteva soggezione perché voleva le cose precise. Una volta al mio compleanno volevo portare dei pasticcini e ho fatto “l’americano”, cioè  ne ho presi troppi e alla fine -per paura che Ermanno mi facesse un cazziatone- ho finito per buttarne via una parte!”. I ricordi scorrono e passano anche da una bella vacanza fatta insieme a Cena: “In tutte le cose che faceva, si vedeva che era una persona tosta, un vero personaggio”. È tempo di  tirare le somme. “Certo era un brontolone -continua Pietro- ma sapeva anche farsi una risata. La sua presenza era forte, era uno carismatico, eh sì. E mi ha lasciato solo cose positive”.

Ciao Ermanno
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Ermanno Azzali e Avvocati per Niente
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