Mario dalla cucina dispensa amore

La storia di Mario per alcuni aspetti è simile a molte altre: problemi gravi di salute che non permettono un impiego lavorativo, una attività imprenditoriale andata male, un matrimonio non riuscito. Per altri aspetti però la sua storia è invece “unica” perché raro è il modo di Mario di vivere la piccola comunità del Centro di accoglienza Clemente Papi.

Grazie a Mario, agli altri ospiti, ai volontari ed educatori infatti la “comunità” è diventata una “casa famiglia”. Con questo cambio di terminologia vogliamo sottolineare un cambio di atmosfera, di atteggiamento. Un esempio? In una “comunità” le regole devono essere rispettate in quanto “regole” mentre in una “casa famiglia” le regole vengono semplicemente rispettate per il “bene del gruppo”.

Un esempio?

Mario inizialmente frequentava solo il centro maschile Clemente Papi ma poi ha scelto di mettersi maggiormente in gioco e di frequentare anche il Centro Diurno dedicandosi soprattutto al turno cucina. Ma Mario è andato oltre al “turno cucina” ed è diventato un valido aiuto per gli educatori nella gestione della cucina. Dalla preparazione del menù in base alle disponibilità della dispensa al ricordarsi le date di scadenza dei vari prodotti che arrivano con il Banco Alimentare. Dall’inventarsi nuove ricette per riutilizzare le eccedenze, al ricordarsi le preferenze dei singoli o eventuali allergie e indicazioni alimentari religiose.

Mario: “Merito dell’educatrice del Centro Diurno che è sempre disponibile e fa in prima persona per cui mi ha invogliato a mettermi in gioco”

Educatrice: “non è vero, è tutto merito di Mario! Anche durante il laboratorio di fototerapia ha portato il suo contributo in modo gioioso mantenendo alta la voglia di fare, di parlare delle varie situazioni ma con un incoraggiamento per ognuno, sottolineando i punti di forza di ognuno in maniera riservata senza aspettarti nessun ringraziamento o gratifica”

Il turno cucina si è così trasformato da una attività utile a chi la svolge in vista di una futura gestione di un proprio appartamento ad attività utile a far stare bene se stessi e gli altri e un modo per prendersi cura della comunità che ci accoglie.

Educatrice: “E’ bellissimo quando nella comunità nascono dei forti legami affettivi, quando ci si aiuta a vicenda in una forma di rispetto reciproco che va al di là dei ruoli. Quando la comunità si trasforma in una “casa calda ed accogliente come una  famiglia” cambia la qualità del lavoro sia dell’operatore sia della persona accolta. Il Centro Clemente Papi è un posto piccolo dove si può interagire e quando si riesce a creare questa atmosfera di affetto le energie per impegnarsi nel lavoro quotidiano si intensificano (…) Mario è stato una delle persone fondamentali nel creare questa situazione emotiva perché mette nelle cose che fa attenzione e affetto nei confronti di tutti al di là delle proprie simpatie personali e in nome del gruppo.”

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