Concerto in streaming
del Maestro Pier Francesco Forlenza
per Cena dell’Amicizia

Giovedì 4 giugno 2020 ore 21:00

Programma

L. van Beethoven         
Grande Sonata Patetica in do minore op. 13 
Grave – Allegro di molto e con brio
Adagio cantabile
Rondo. Allegro
A. Scriabin Studio op. 8 n. 12 Patetico 
M. Ravel Pavane
P. F. Forlenza Satie’s faction
F. Chopin  Ballata n. 4 in fa minore op. 52

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Introduzione del Maestro

Concerto in streaming per Cena dell'Amicizia

Il Romanticismo, se lo si intende come attitudine dello spirito, più che come categoria applicabile ad un periodo storico limitato, è il nucleo luminoso di un gran numero di composizioni che precedono e seguono i tre o quattro decenni centrali nell’attività della generazione romantica.
A questo proposito è interessante il caso di Beethoven (di cui quest’anno ricorre il duecentocinquantesimo anniversario della nascita) che la musicologia attuale considera un esponente del Classicismo: contemporaneo di Heine, Hölderlin, Schlegel, Hoffmann, cioè di tutti i poeti della generazione romantica, era infatti visto dagli intellettuali e dal pubblico dell’epoca come il compositore romantico per eccellenza.
Questo programma si apre con una composizione beethoveniana che é una pietra miliare nella storia del pianoforte: la Patetica costantemente attraversata da una tensione tragica, una di quelle composizioni di cui almeno qualche frammento è arrivato a far parte della memoria collettiva, diventando patrimonio di tutti. Nel programma in sala avrei anche suonato l’Opera 109 che invece ci mostra un’essenza teneramente lirica e in cui i chiaroscuri, così tipici della musica di Beethoven, si delineano come una lotta fra la ragione e il sentimento. In questa opposizione, però, alla fine sembra prevalere l’anelito ad una dimensione trascendente, con la musica che si fa preghiera.
E poi, a fare da raccordo fra la parte antica e quella moderna del programma, uno Studio di Scriabin tanto conciso quanto infuocato, tragico, quasi il grido appassionato di un eroe nobile ma, forse, solitario e soccombente.
Nella Pavane pour une Infante défunte, composizione dal gusto arcaizzante, Ravel evoca l’immagine di una Infanta rinascimentale, forse ispirato dalla fiaba di Oscar Wilde The birthday of the Infanta. Arcaismo ed esotismo – la fascinazione per una Spagna immaginaria che accomunò tutti gli autori francesi fra Otto e Novecento – si fondono qui in una musica di una dolcezza struggente.
Satie’s faction, gioco di parole con cui rendo omaggio all’autore delle celebri Gymnopédies, è una composizione nello stile di un jazz waltz.
E infine chiude il programma la celeberrima Quarta Ballata di Chopin, uno degli ultimi capolavori del compositore polacco, quasi un testamento spirituale e nello stesso tempo uno dei vertici di tutta la musica romantica. Un’opera complessa e stratificata, in cui si fondono registri espressivi diversi, quello epico, quello lirico, quello fantastico e in cui Chopin sembra comunicarci l’essenza più profonda della sua anima.

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