Come è nato il Cioccolato dell’Amicizia? Risponde Antonella Zàini

Abbiamo chiesto ad Antonella Zàini di raccontarci l’inizio di questa amicizia

Con ottobre sono iniziati i banchetti del Cioccolato dell’Amicizia, una tradizione di Cena. Ma come è nata questa iniziativa? Ce lo racconta Antonella Zàini che è alla guida, con il fratello Luigi, della fabbrica di cioccolato fondata dal nonno nel 1913 ma presto gestita dalla nonna Olga. Le abbiamo chiesto di parlarci anche del suo rapporto con Cena e della sua azienda Luigi Zàini.

Cara Antonella, segui e aiuti Cena dell’Amicizia ormai da anni ma come è iniziata questa avventura?
Questa avventura nasce da un’amicizia, quella di mio padre, Vittorio Zàini, con Clemente Papi che è stato promotore del Centro di accoglienza maschile progetto di cui mio papà si è appassionato e che ha desiderato sostenere. L’amicizia è poi proseguita tra i rispettivi figli, Antonella Zàini e Antonio Papi Rossi e quindi …… L’idea e la volontà che accumuna le generazioni, si spera anche le prossime, è quello di poter essere di aiuto per chi ha di meno o ha bisogno di essere accolto e farlo nella propria città e a favore di un’Associazione supportata e portata avanti da amici di sempre è, per me e mio fratello Luigi, una cosa bellissima.

Che cosa ti ha colpito nella “causa” di Cena dell’Amicizia?
Mi piace il fatto che sia un’Associazione di medie dimensioni, che sia una realtà locale della mia città e mi piace poter vedere di persona che tante persone vengono reimmesse, con successo, in quello che consideriamo essere una vita “normale” …è un’associazione che funziona!

Cena non è l’unico progetto sociale che seguite, avete dato vita a Le nuove donne del cacao, di cosa si tratta?
Il progetto delle Nuove Donne del Cacao è più un progetto legato all’azienda, alla sua storia ed ai suoi prodotti. La Zàini è un’azienda che è stata gestita per molti anni da mia nonna Olga che l’ha “cresciuta” e l’ha letteralmente “salvata” dalla devastazione della seconda guerra mondiale consegnandone poi il testimone alla seconda generazione. Da allora, con Lei, le donne hanno avuto un ruolo determinante nella gestione e nell’operatività dell’azienda e tutt’ora la componente femminile è preponderante e con ruoli di rilievo e non per questioni di parità di genere ….., è semplicemente così ! Il progetto le Nuove Donne del Cacao è un tributo all’operosità, all’emancipazione e direi anche alla fatica delle donne, questa volta di quelle che coltivano il cacao nella zona equatoriale dell’Africa dove noi acquistiamo la nostra materia prima principale. Queste donne, che abbiamo conosciuto in un viaggio in Costa d’Avorio che ho fatto con mio fratello, avevano il sogno di avere nel loro villaggio una piccola fabbrica di saponi (abbiamo capito durante il covid l’importanza dell’igiene a partire dal lavarsi le mani ..) dove potessero lavorare solo donne e così avere una iniziale autonomia economica (le saponette prodotte vengono poi vendute localmente) che poi significa rispetto, crescita etc etc come in ogni parte del mondo, compresa la nostra. Il nostro contributo è stato quello di sostenere la realizzazione e l’avviamento di questa fabbrica, un progetto piccolo, una goccia nel mare ma in linea con i nostri valori…E’ stato bello sentirsi dire: “il vostro sostegno a realizzare la fabbrica non è carità, è come un’alleanza tra imprenditori”.

La sensibilità al tema del lavoro femminile inteso come pari capacità e opportunità lo hai ereditato da tua nonna Olga, hai voglia di parlarci di lei?
Era una donna davvero poliedrica ed affascinante. E’ mancata che avevo 11 anni ed ho molti ricordi di lei e con lei. In sintesi potrei definirla come una donna con un raro senso di responsabilità e del dovere perché, diceva spesso, “l’azienda non è una cosa tua ma della collettività”. Era elegante e dai modi gentili, molto gentili ma al tempo stesso era molto ma molto autorevole e sapeva incutere rispetto e timore senza mai alzare la voce. Ricordo bene che usava “il bastone e la carota” con un equilibrio perfetto, anche con noi in casa, e sul lavoro le testimonianze che ho avuto di persone che hanno lavorato con Lei o che l’hanno conosciuta mi riportano le stesse caratteristiche: premiava le persone che se lo meritavano e sì, tra queste, c’erano sicuramente più donne che uomini. Basta vedere le foto di allora in cui è ritratta tra gli impiegati, quasi tutti di “genere” femminile …
 
Dei prodotti che avete donato per il Cioccolato dell’Amicizia qual è il tuo preferito? Hai qualche ricetta da suggerirci?
Beh, questa risposta è facile: il Cioccolato Emilia con cui faccio la mia torta preferita, quella al cioccolato e senza farina.

Vuoi comprare il Cioccolato dell’Amicizia? I prossimi banchetti sono:
– questo fine settimana (18.00-19.00 del sabato e 10.00-12.00 la domenica) in via Lattanzio 60 presso la parrocchia San Pio V
– questa domenica mattina in via Tito Vignoli, 35 presso la parrocchia  San Vito al Giambellino
– il 20-21 novembre (18.00-19.00 del sabato e 10.00-12.00 la domenica) in via Giovanni Pierluigi da Palestrina, 5 presso la parrocchia del Santissimo Redentore.
– il 28 novembre mattina in via  Gaetano Previati, 8 presso la parrocchia Mater Amabilis

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