Ciro è un testimone di come i problemi di salute possono cambiare la tua vita

Ciro è un uomo di 56 anni che ha visto la sua vita trasformarsi a causa del sopraggiungere di una patologia respiratoria.

Ciro aveva una vita “normale”, quindi con i suoi alti e bassi in ambito familiare e lavorativo, quando per problemi di salute ha dovuto lasciare il lavoro di autotrasportatore che tanto gli piaceva e con il lavoro sono andati in crisi anche il matrimonio e le relazioni familiari e così si è trovato senza reddito e senza casa.

Tutto è successo proprio negli anni di pandemia del Covid e questo lo ha portato ad avere solo interventi in pronto soccorso in ospedali sempre diversi e sistemazioni notturne di emergenza senza una vera presa in carico della patologia e della sua situazione di persona senza dimora.

Ma ora è da noi e finalmente Ciro ha una situazione abitativa stabile da cui ripartire.

Abbiamo chiesto a Ciro di raccontarci come è andata: “ho incominciato con un furgone per arrivare poi al camion. Lavoravo per una ditta che trasportava medicinali e facevo tratte sia nazionali che internazionali per cui stavo fuori casa anche quindici giorni di seguito. Mi piaceva soprattutto andare in Francia e in Spagna, sono stato anche in Germani ma poche volte a causa della lingua. Purtroppo poi la ditta è fallita e io mi sono anche ammalato e non riuscivo più a portare avanti il mio lavoro perché era troppo faticoso per me. Mi è sempre piaciuto guidare, conoscere persone e luoghi nuovi e imparare anche qualche parola straniera. Non mi pesava la solitudine delle ore di guida perché tanto sapevo che se volevo compagnia potevo fermarmi per pranzo o per cena nei posti concordati con i colleghi. Unico vizio erano le sigarette che purtroppo sono state la mia rovina”

Abbiamo chiesto a Ciro il suo sogno per il futuro: “avere una casa, trovare un lavoro adeguato al mio stato di salute e una compagna con cui invecchiare. Sto bene insieme agli altri e mi piace la compagnia ma mi piace anche stare da solo e mi manca non avere un luogo tutto mio”

Purtroppo Ciro è mancato a un passo dal traguardo. Aveva lavorato molto sulla sua vita: aveva finalmente smesso di fumare (per molto tempo aveva continuato a fumare nonostante i problemi respiratori), aveva ripreso e coltivato i rapporti con la sorella e la figlia ed era prossimo ad ottenere l’assegnazione di una casa popolare. Andrea, il nostro coordinatore dei centri, ricorda così il suo percorso: “È arrivato da noi un venerdì, quando ancora contavamo contagi e morti causati dal Coronavirus. Era stanco, sfiduciato, spaventato per la sua malattia che l’aveva costretto a girare per tanti ospedali. Ci guardava con sospetto, studiandoci dalla sua sedia nel soggiorno. E aveva ragione, perché ne aveva viste tante, negli ultimi anni. Progressivamente si è aperto e si è fatto conoscere, diventando un po’ il nostro “portinaio”.

La perdita di Ciro è stato un evento molto triste: per gli ospiti, gli educatori e i volontari del Centro di Accoglienza Clemente Papi e del Centro Diurno Ermanno Azzali. Ciro riempiva il salone comune con la sua risata coinvolgente e teneva alto il morale di tutti con la battuta giusta detta al momento giusto

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